Parole difficili

Tutto partì con un raccontino dal titolo "Sono solo parole difficili" che pubblicai su Narragenda 2020 (Delmiglio Edizioni). Eccolo:

SONO SOLO PAROLE DIFFICILI

Esistendo da tempi immemorabili la catacresi può venir spontaneo, in momenti d’ozio, chiedersi: “Le cose che non hanno nome esistono lo stesso?”
Direi di sì; e dato che esistono le cose di cui non so il nome, quando leggo un nome di cui ignoro il significato come faccio a sapere se questo esista e se esista ciò che dovrebbe denominare? Se non si dispone di un vocabolario ci si può solo fidare e sperare che nessuno si stia burlando di noi.
Per mettere in pratica il tutto e per provare che alle parole difficili ci si abitua e alla fine quasi le si prende per buone tutte, vi racconterò una storia semplice dall’ingiusto finale, come solo saprebbe fare chi urli un dì fra i monti: “Scia!” sentendosi ripetere dall’eco delle valli o dall’omonima ninfa: “Scia!”
“Un esicasta, a. d. V Kal. Apr., influenzato da un amico acemeta, sfruttò la scepsi per costruire una sua teodicea. L’omiletica di cui era padrone unita alla parresia, lo condussero a un apotegma innalzandolo a padre dioratico.
Con l’eucologia diede vita a nuove icastiche ipotiposi e visse in cratisi”.

SOLUZIONE:
“La storia semplice” la potrebbe raccontare solo Leonardo (quello siciliano).
Un monaco, il 28 marzo, influenzato da un suo amico bizantino appartenente a una comunità che si era imposta di dormire il meno possibile per riuscire a lodare meglio il Signore, sfruttò un metodo di ragionamento che si basava sul mettere in dubbio un po’ tutto per costruire una sua teoria che mettesse in relazione la giustizia di Dio e la presenza del male nel mondo.
L’arte della predicazione di cui era padrone unita alla sua franchezza nell’esprimersi, lo condussero a formulare una massima innalzandolo a una sorta di autorità in grado di gettare uno sguardo contemplativo sulle cose.
Con lo studio delle preghiere diede vita a elaborazioni ben definite rappresentate tramite immagini e visse [?].

RIASSUNTO:
Un monaco diventò famoso.


Questo il testo della canzone "Parole difficili" cantata da Benedetta Trucco.

Un esicasta
influenzato da un amico acemeta, 
sfruttò la scepsi
per costruire
una sua teodicea.

L’omiletica di cui era padrone
unita alla parresia,
lo condussero a un apotegma
innalzandolo a padre dioratico.

Con l’eucologia
diede vita a nuove
icastiche ipotiposi
e visse
in cratisi.


Commenti