La ragazza di Deiva
LA RAGAZZA DI DEIVA
Il bello di non essere legato a scadenze sta nella possibilità di produrre cose quando se ne sente la necessità. I miei lavori musicali seguono un percorso artistico assolutamente spontaneo e se si volessero ripercorrere cronologicamente le loro tappe si potrebbe capire a che cosa mi stessi dedicando in quel momento. Ecco perché sono così slegati uno dall’altro.
Un po’ di anni fa ero al mare a Savona e guardando la costa verso Genova, non so per quale motivo, ho immaginato una storia d’amore estiva tra due ragazzi: lei ligure, di Deiva Marina, lui di Scalea. Come sempre accade in questi casi finita l’estate incontrarsi sarebbe stato impossibile per via di una distanza insormontabile. Però lei, guardando una sera sconsolata le onde, punta gli occhi verso sud e pensa che in fondo basterebbe seguire la battigia e che se lui facesse altrettanto, tenendosi il mare a sinistra, non si potrebbe sbagliare. È un pensiero semplice, da ragazzini, ma proprio per questo spontaneo e romantico: la storia non è vera, anche se penso che per molti lo sia stata.
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