Manus

 

Dal comunicato stampa:

Il 6 maggio 2025 è uscito sui principali stores digitali Manus, Ep contenente due brani originali scritti e arrangiati da Daniele Trucco, saggista e compositore piemontese. 
Dopo la parentesi orchestrale con Obiettivo Orchestra dedicata alla colonna sonora del docufilm L’uomo dei vitigni: sguardi su Giuseppe di Rovasenda e a quella cantautorale con Di tanto Trucco si confronta con la scrittura per chitarra e con la sua trasposizione in musica elettronica.
L’idea nasce dalla parola ‘manus’, vocabolo latino che significa mano ma anche mani; spostando l’accento però la parola diventa manùs il cui suono assomiglia al termine francese manouches che indica il gruppo etnico dei Sinti. Trattandosi di musica però è evidente il riferimento a un particolare stile portato in auge negli anni ’30 a Parigi dal leggendario chitarrista Jean “Django” Reinhardt e poi esportato in tutto il mondo. Si tratta di un genere molto swingato che fa uso di melodie orecchiabili estremamente abbellite con mordenti e note di passaggio che richiedono una tecnica molto raffinata e un virtuosismo notevole.
Il brano di Trucco apparentemente è un valzer della più classica tradizione manouches ma una sua più attenta analisi fa emergere l’estrema irregolarità della composizione: la classica cadenza in tre quarti, ballata e apprezzata in tutto il mondo, è spesso intervallata da battute in sette ottavi che rendono il pezzo estremamente zoppicante e difficile da eseguire, quasi fosse una sfida lanciata al variegato mondo dei chitarristi acustici.
Per ottenere il giusto risultato il compositore si è avvalso della collaborazione del maestro Luca Allievi, noto chitarrista fossanese che è riuscito in una impresa assai complessa: registrare il brano sia come accompagnatore sia come solista. Come già detto, l’estrema irregolarità del brano e la notevole velocità di esecuzione fanno sì che mantenere il tempo corretto durante la sessione di registrazione dell’accompagnamento (anche con l’ausilio di un supporto metronomico) sia molto complicato ma assolutamente indispensabile per potersi poi sovraincidere al momento dell’esecuzione melodica. Il risultato è notevole e affascinante e, ricorda Trucco, non ha richiesto più di una decina di takes.
Manus è stato poi stravolto e trasformato in un brano di musica elettronica molto duro e dal sound cupo e profondo: per farlo, oltre all’utilizzo di vecchi synth, sono stati sfruttati campioni di altri brani editi e inediti di Trucco per creare parti del supporto sonoro che vanno a mescolarsi con la melodia del brano.
Il 17 aprile scorso si è svolta poi una parte complementare del progetto Manus ovvero la registrazione del videoclip: in realtà non si tratta solo di un video musicale ma di un’opera audiovisiva a tutto tondo registrata nella splendida location del Monastero della Stella di Saluzzo. Grazie alla estrema disponibilità di Michele Scanavino, segretario generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo, il regista Andrea Leonessa ha potuto sfruttare i sistemi di proiezione innovativi del Monastero per ricreare, modificando filmati originali della NASA, un cielo stellato sulla volta del refettorio in grado di immergere il tessuto sonoro del brano in una compenetrazione di arte antica e futuro fantascientifico; il montaggio del video è strutturato in modo da valorizzare la location e giocando naturalmente sul ruolo che le mani dei chitarristi hanno durante l’esecuzione e sull’idea sottintesa ma essenziale di essere parte di un tutt’uno sotto l’immensa volta stellata, frutto della mano creatrice divina. Essendo il brano scritto per due chitarre Trucco ha voluto che il videoclip fosse registrato non solo da Luca Allievi ma anche da Enrico Gosmar, bluesman mantese di chiara fama.











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